Paola Montanaro

Paola Montanaro

Paola Montanaro è un’artista che non ama definirsi artista ma attraverso i suoi quadri ci parla di sé:

“viaggiatrice” instancabile nelle immagini, fiera e un po’ malinconica, grafica per passione e autodidatta per scelta (spesso favorita dal destino e dal caso). “Mi è capitato di accorgermi di ciò che faccio realmente solo dopo averlo fatto. Quando realizzo i miei quadri, cerco con cura tutti i pezzi che costituiranno il mio collage. E’ un progetto chiaro nella mia mente, che prende forma con calma e diventa man mano visione. Amo l’effetto, lì io ci sono, ma in modi diversi e senza farmi vedere… perché è il messaggio il vero protagonista”. Il lavoro di Paola è fatto di sguardi, i suoi (che creano), i nostri (che trovano) e il suo linguaggio è chiaro, espressione gioiosa, a tratti impertinente! Il messaggio qual è? Quello che ciascuno ci vede.

La creatività è la nota che riecheggia incisiva, fra toni dolci e acuti, in ogni quadro di Paola Montanaro.

E la carta, sapientemente scelta, è il vestito colorato che ricopre il disegno, un omaggio personale al personaggio raffigurato. Sono volti in cui lei (che non ama definirsi artista e preferisce farsi chiamare semplicemente Paola) non dichiara nulla, piuttosto fissa, delicatamente, ciò che prova e che pensa. Negli sguardi e nelle movenze, attraverso i dettagli e i colori cogliamo l’essenza dei simboli e i significati: qualità e pregi da ammirare attraverso gli occhi e le forme (forse pezzi di lei) a cui lei dedica un tributo e in cui intravediamo “pezzi di noi”!
Ecco il volto sorridente della Carrà (eclettico), lo sguardo malinconico e il pugno chiuso di Chaplin (assolutamente poetico); oppure l’omaggio all’Arte vera, quella di un genio del Cinema, Fellini o
meglio attraverso gli occhi di Giulietta (scanzonato e luminoso, un po’ ammiccante, acceso fra le parole e immerso nei colori circensi della vita). Nel linguaggio di Paola Montanaro non c’è una ricerca che aneli a stabilire un rapporto stabile con la visione (in essa possiamo leggere ciò che vogliamo); lei crea in modo intuitivo, ma consapevole di ciò che ama fare, dosando materia e idee nell’equilibrio fra tecnica ed emozione. E’ messaggio puro, in quanto scevro di qualsiasi precetto e libero dai dogmi. E’ un modo di essere e di sentire, è un’opinione! Ecco allora, di nuovo, qualche “pezzo” di lei: la simpatia e la tenerezza provate per una grande regina (Elisabetta d’Inghilterra), l’affetto sincero dopo la scomparsa di un’icona del “verso” (Luis Sepùlveda), ma anche la ribellione e la tristezza (delle donne), il mal d’Africa e la nostalgia (attraverso i bambini), la coercizione e la fierezza (di Frida Kalo): tutte sfumature di un’anima riservata ma ricca di cose da dire. L’Arte per lei è capacità di trasmettere, può essere impegno civile, uno sfogo o semplicemente una canto di gioia; di sicuro è un rifugio, dove non farsi per forza delle domande o cercare risposte.
Nell’Arte si può trovare il pezzo mancante, ci si può mettere alla prova per superare i limiti, ci si può nascondere e divertire. Vale sempre la pena cercarla, nei disegni e dettagli, in tutti quei pezzi che percepiamo come quadro d’insieme e ne fanno la vera Forma.