Paolo Guido

ritratto Paolo Guido

Note Sull’artista

La pittura di Paolo Guido propone una rilettura del “vedutismo” rinascimentale, come nell’arte del grande artista americano Mark Ryden, leader e icona del movimento pop surrealista, che a sua volta trae ispirazione dai capolavori di Leonardo e Tiziano.
E’ il Pop Surrealism di matrice statunitense, la “Lowbrow Art” o l’Arte di strada.
Egli stesso ci parla dell’arte portata nei vicoli di Lecce, come l’esperienza più bella e vera che abbia mai potuto fare, a contatto con il tempo della strada e gli umori della gente.
Amatore dei grandi maestri rinascimentali veneziani (come Giorgione e Lorenzo Lotto) e appassionato lettore di fumetti, ne ripropone molte delle suggestioni nelle sue opere, “viaggi” fantastici dal sapore popolare e vintage. La ricercata leggerezza e una sottile ironia caratterizzano i suoi volti e tutte le forme, spesso spigolose e dure, ma dichiaratamente indifese; piccole anime alla ricerca della propria libertà di esistere.
Il digitale è un mezzo come un altro per raccontare e raccontarsi, una tecnica moderna che traduce al meglio il significato sotteso, senza privare di valore l’idea.
Più precisamente, Giclée a bassa tiratura: stampe di Fine Art eseguite con inchiostri Epson, su carta d’archivio museale.

In Paolo Guido l’Arte vibra nel sangue come traccia genetica, è un’arte respirata sin da piccolo che parla dei piccoli; sono loro i protagonisti e i fruitori privilegiati della sua ricerca tesa a cogliere la dimensione più pura dell’esistenza.