Giornate del FAI: l’arte e la bellezza rifioriscono

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Bentornata primavera: anche quest’anno il FAI (Fondo Ambiente Italiano) apre al pubblico oltre 1000 siti in 400 località diverse nelle GIORNATE DEL FAI dedicate alla bellezza dell’arte e dell’ambiente.

Chiese, ville, borghi, palazzi, aree archeologiche, castelli, giardini, archivi storici potranno essere visitati nelle giornate di sabato 25 e domenica 26 marzo

Ecco due appuntamenti da non perdere nella città di Lecce e provincia per le Giornate del FAI

 

Fineaptitude ha visitato …

Episcopio, Duomo, Seminario, Biblioteca innocenziana e Museo Diocesano di Lecce si svelano al pubblico nella giornata Fai

Piazza Duomo, Lecce

La Piazza, di antichissime origini, è un esempio di “piazza chiusa” su tre lati, con un unico accesso, con i suoi maestosi Propilei laterali che danno il benvenuto e invitano ad entrare nella piazza. Al suo interno racchiude la Cattedrale, il campanile, l’Episcopio e il Palazzo del Seminario che insieme rappresentano il trionfo del Barocco Leccese.

La cattedrale ricostruita per mano dell’architetto e scultore Giuseppe Zimbalo tra il 1659 e il 1670 laddove sorgeva un’altra chiesa. Presenta due facciate di cui quella principale è adiacente al Vescovado. Fu concepita dallo Zimbalo pulita e sobria in quanto posta lateralmente rispetto all’ingresso della piazza e quindi non doveva avere le caratteristiche di stupire il visitatore. L’attenzione perciò viene totalmente catturata dalla magnificenza barocca della facciata laterale, caratterizzata da una ripartizione in due ordini orizzontali e da minuziose decorazioni barocche.

L’interno del Duomo, a tre grandi navate è a croce latina. Contiene notevoli capolavori, frutto del lavoro di diversi scultori e pittori compiuto in epoche diverse. Dello stesso Zimbalo sono cinque altari, tre. di Cesare Penna, due di Giuseppe Cino. Numerose inoltre sono le tele che adornano le cappelle e tante le statue in pietra leccese che adornano gli altari.

Abbazia di Santa Maria DI Cerrate – bene FAI visibile tutto l’anno

S.P. 100 Squinzano – Casalabate, km 5.900

Le sue origini risalgono al XII secolo, tra storia reale e leggenda. Il mito vuole che il conte di lecce Tancredi d’Altavilla abbia visto l’immagine della Madonna tra le corna di un cervo durante una battura di caccia nel luogo dove sorge l’abbazia. Da ciò, dunque, la volontà del conte di far costruire l’edificio con il nome Cerrate o Cervate, appunto. La storia reale, invece ci dice che a volere Santa Maria a Cerrate, come luogo di culto e centro di produzione di cereali,  fu Boemondo d’Altavilla un secolo prima rispetto a Tancredi.

L’abbazia ospitò inizialmente i monaci bizantini in fuga da Bisanzio, che lo trasformarono in uno dei più importanti centri di fede e polo culturale dell’epoca.

Dopo essere stata oggetto di attacco  da parte dei Turchi, restò abbandonata per quasi due secoli. E’ stata oggetto di restauro negli anni 60 del Novecento, ma solo a partire dal 2012 è rinata grazie all’intervento del FAI.

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